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"Il Canto del Cigno", ispirato all'atto unico di Anton Čechov," Il Lago dei Cigni", inaugura la stagione della danza dell'Accademia Filarmonica Romana, al Teatro Olimpico, martedì 17 ottobre,in scena fino al 22 ottobre.
Si tratta di un'opera rivisitata dall'artista italiano, Fabrizio Monteverde, il quale riesce a reinventare, una delle piu' famose opere di balletto del repertorio classico, appunto quella di Čajkovskij, garantendole originalità coreografica e registica.
Protagonista nel ruolo del Cigno Nero, Carola Puddu e, nel ruolo del Cigno Bianco, Roberta De Simone,interprete di ruoli solisti nelle produzioni della Compagnia del Balletto di Roma, dal 2019.
Capolavoro del balletto, sintesi perfetta di composizione coreografica accademica e notturno romantico, "Il Lago dei Cigni" è una favola senza lieto fine in cui i due amanti protagonisti, Siegfried e Odette, pagano con la vita la passione che li lega. Una di quelle "favole d'amore in cui si crede nella giovinezza" avrebbe detto Anton Čechov, scrivendo nell'atto unico "Il Canto del Cigno" (1887) di un attore ormai vecchio e malato che ripercorre in modo struggente i mille ruoli di una lunga carriera.
Con dichiarata derivazione intellettuale dallo scrittore russo, il "Lago" di Monteverde trova ne "Il Canto" il proprio naturale compimento drammaturgico e porta in scena un gruppo di "anziani" ballerini che, tra le fatiche di una giovinezza svanita e la nevrotica ricerca di un finale felice, ripercorrono gli atti di un ulteriore, "inevitabile" " Lago".
Persi tra i ruoli di una lunga carriera, i danzatori stanchi di un'immaginaria compagnia decaduta si aggrapperanno ad un ultimo "Lago", tra il ricordo sofferto di un'arte che travolge la vita e il tentativo estremo di rimandarne il finale. Individualità imprigionate in una coazione a ripetere, sabotatori della propria salvifica presa di coscienza oltre i ruoli di una vita svanita, gli interpreti ripercorreranno la trama di un Lago senza fine, reiterandovi gesti e legami nella speranza straziante di sopravvivere al finale di una replica interminabile. Condannata ad una perenne metamorfosi, donna a metà tra il bene e il male, Odette/Odile sarà cigno e principessa, buona e crudele, amante fedele e rivale beffarda. Metafora di un'arte che non conosce traguardo, cercherà sé stessa in un viaggio tormentato d'amore, tradimento, prigionia e liberazione. In un teatro in cui tutto ha inizio e nulla ha mai fine, andrà incontro agli stracci consumati di una vita d'artista con lo spirito bianco di una Venere per sempre giovane.
Lo spettacolo consolida la collaborazione fra Filarmonica e Balletto di Roma, cui l'istituzione affida per il secondo anno consecutivo l'apertura della stagione della danza.
Nutrita la programmazione teatrale 2024-2025 nella Capitale, con un'offerta variegata che abbraccia tutti i generi e le forme artistiche. Dai classici intramontabili,ai musical travolgenti, dalle opere contemporanee, ai concerti straordinari. Roma ospita eventi che promettono di incantare e coinvolgere il pubblico.
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