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La Sanità del made in Italy. Il Governo prova a regolare le “liste d’attesa". Permangono le disparità nell’offerta salute tra Nord e Sud

07 giugno 2024

"Tanto per cominciare per gli straordinari ci sono 250 milioni di copertura, vidimata dal Mef. Per il resto posso fare una lunga lista di soldi già assegnati alle Regioni, vincolati all'abbattimento delle liste di attesa": e' quanto afferma il Ministro della Salute, Orazio Schillaci in un'intervista a "La Stampa", dopo il varo del decreto legge del Governo affiancato da un disegno di legge su misure sul sistema sanitario nazionale, prima tra tutte il contenimento delle "liste di attesa".

"Di quelli stanziati nel 2022 – continua il Ministro rispondendo alle critiche che evidenziano la mancanza di finanziamenti per rendere operative le misure approvate - ci sono 100 milioni ancora non spesi.

Poi c'è lo 0,4% del Fondo sanitario, oltre 500 milioni, che l'ultima manovra stanzia proprio per aggredire le liste di attesa. E per aumentare l'offerta da parte del privato convenzionato, che sempre per conto del pubblico agisce, il tetto di spesa è aumentato di 123 milioni nel 2024, 370 milioni nel 2025 e quasi 500 nel 2026" . Nel disegno di legge annesso al decreto – conclude il Ministro - c'è un altro aumento del tetto dei privati che contiamo diventi operativo nel 2025". Il Ministro della Salute smentisce che i provvedimenti approvati favoriscono la sanità privata: "È vero il contrario. Con le misure che abbiamo approvato contiamo di abbattere le liste di attesa che spingono milioni di cittadini a pagare il privato di tasca propria per aggirarle. Grazie a queste norme ci sarà un minore ricorso al privato che quindi verrà penalizzato e il pubblico rafforzato. Questa è la verità. Ricordo che nel decreto si prevede la nullità dei contratti per i privati che non mettono a disposizione nel Cup le prestazioni necessarie per curare i cittadini".

Le misure approvate

Le misure piu' importanti contenute nei due provvedimenti del governo riguardano la piattaforma per avere i dati delle liste d'attesa per conoscere la situazione regione per regione, l'introduzione di un organismo di controllo e verifica, i Cup che dovranno avere in agende tutte le prestazioni offerte da pubblico e privato convenzionato. E ancora: recall ai cittadini, no alle liste chiuse e visite ed esami anche di sera e nel weekend. Ma non solo, previsto anche un sistema per garantire al cittadino tempi certi per le prestazioni mediante ricorso a intramoenia o privato. Viene poi superato il tetto di spesa per il personale che dal 2025 sarà abrogato e prevista una fiscalità al 15% per l'orario aggiuntivo dei professionisti sanitari. Sono almeno sette i decreti attuativi necessari, su tutte queste materie, per rendere pienamente operative le nuove indicazioni contenute nel decreto legge per l'abbattimento delle liste d'attesa .

La situazione della salute pubblica secondo l'Istat

Ma qual e' la situazione della salute pubblica e dell'offerta sanitaria, in particolare nel Sud d'Italia dove le disparità rispetto al resto del Paese sono più marcate e dove l'aumento della mobilità sanitaria passiva e i tassi elevati di mortalità evitabile indicano una carenza di servizi sanitari adeguati e accessibili.

La risposta negli ultimi dati di un rapporto Istat che evidenzia gravi disparità nella salute pubblica e nell'offerta sanitaria tra le diverse città metropolitane italiane , ed in particolare, appunto, al Sud.

 

Mortalità evitabile e decessi per patologie specifiche

Le città del Sud Italia riportano i dati più allarmanti in termini di mortalità evitabile e decessi legati a patologie dell'apparato respiratorio, circolatorio e ai tumori. Napoli, in particolare, registra il più alto tasso di mortalità evitabile con 27,1 decessi ogni 10.000 abitanti nel 2021, seguita da Messina e Palermo con circa 23 ogni 10.000. Inoltre, Napoli presenta anche i valori più alti di decessi per malattie respiratorie.

 

Mobilità sanitaria

La mobilità ospedaliera passiva, ovvero i pazienti costretti a spostarsi fuori dalla propria regione per ricevere cure, è un altro indicatore di criticità. Nel 2021, quasi un paziente su quattro della città metropolitana di Reggio Calabria si è trasferito in un'altra regione per cure, mentre a Genova la proporzione è di uno su dieci.

 

Dotazione di posti letto

La distribuzione dei posti letto ospedalieri varia significativamente tra le città metropolitane. La città metropolitana di Roma ha la maggiore concentrazione di posti letto nel Lazio, con quasi l'82% dei posti letto regionali. In contrasto, Napoli ha solo il 54,1% dei posti letto della Campania, nonostante ospiti il 76,2% della popolazione regionale.

 

Ricoveri ospedalieri

Il tasso di ricoveri ospedalieri per tumori e malattie cardiocircolatorie è generalmente più alto nei comuni capoluogo rispetto alle aree suburbane. Napoli e Catania mostrano tassi elevati di dimissioni ospedaliere per malattie cardiocircolatorie (10,2 e 9,4 per 1.000 abitanti rispettivamente), mentre Bologna e Roma sono in testa per i ricoveri legati a malattie respiratorie.

 

Differenze di genere

L'analisi ha evidenziato differenze significative nei ricoveri ospedalieri tra uomini e donne. Ad esempio, i ricoveri per malattie cardiocircolatorie sono oltre il doppio negli uomini rispetto alle donne nelle città metropolitane. Questo divario è particolarmente pronunciato a Venezia e Milano.

 

Mortalità per tumori e malattie circolatorie

Napoli e Catania registrano i tassi più alti di mortalità per tumore tra i comuni capoluogo, con 15,5 e 15 decessi ogni 10.000 abitanti rispettivamente. Anche la mortalità per malattie del sistema circolatorio è particolarmente elevata a Napoli e Messina, con quasi otto decessi ogni 10.000 abitanti, rispetto alla media nazionale di 5,2.

 

Impatti della pandemia

La mortalità prevenibile ha subito un incremento significativo a causa della pandemia di Covid-19, con 3,5 decessi ogni 10.000 abitanti nel 2021 attribuiti al virus. Tuttavia, nelle città metropolitane del Sud, i valori di mortalità evitabile restano i più critici, con Napoli che detiene il primato negativo.

 

 

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