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"Tuffo nell'arcobaleno" e' il titolo della mostra di Alberto Biasi, in esposizione al museo dell'Ara Pacis a Roma dal 13 ottobre 2021 al 20 febbraio 2022.
Organizzata dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata da Giovanni Granzotto e Dmitry Orzerkov, la mostra espone 60 opere dell'artista italiano che e' uno dei maggiori autori dell'arte cinetica mondiale.
Biasi e' artista cinetico ed e' nella sue opere che si legge il suo percorso di formazione lento e graduale. La sua e' stata una perenne indagine percettiva compiuta attraverso la creazione delle sue opere e incentrata su temi legati al colore e alla visione.
La mostra e' divisa in sezioni per facilitare la comprensione dell'iter produttivo dell'artista.
Le "trame", nella prima sezione, costituiscono i lavori iniziali della sua carriera, opere che potremmo chiamare di arte povera perche' create con pezzi di stoffa, garze, cotoni o con la lamiera forata. Con esse, Biasi esplora la scomposizione della forma attraverso la luce e crea l'illusione percettiva che la luce produce.
Le "Torsioni", nella seconda sezione, sviluppano forme geometriche classiche: rombi, triangoli, quadrati e sono realizzate con strisce di plastica bifacciali dai colori contrastanti, assemblate in modo da creare effetti percettivi cangianti a seconda dello spostamento del punto di osservazione del visitatore. Non e' solo arte in movimento, ma l'originalita' dell'autore consiste nell'aver saputo ideare un'opera nella quale il visitatore attento sa originare nuovi riflessi, nuovi colori, nuove e diverse atmosfere.
Le opere Ottico-cinetiche, nella terza sezione sono
configurazioni lineari e luminose collocate su due piani,
distanziati tra loro: il fondo strutturale è dipinto o serigrafato
e il piano avanzato, costituito da lamelle. Illusoriamente le
strutture sembrano poste su un unico livello, che si muove mentre
la proliferazione d'immagini avviene per via dell'interferenza dei
due piani.
Alle diverse configurazioni percettivamente reali, ma instabili,
Biasi si è dedicato lungamente, in periodi diversi, creando opere
che stupiscono e affascinano lo spettatore.
I "Politipi", nella quarta sezione, sono opere nelle quali
Biasi esegue una ricerca diversificata e crea molte opere dalle
forme variabili.
Sono una continuazione delle "torsioni".
In "Politipo" (1971-72) e in "Contrasti dimensionali" (1989) prevale il cangiantismo per via delle tensioni e deviazioni delle lamelle, ancorate sull'intera superficie dell'opera e non, come nelle "torsioni", solo ai bordi e al centro.
Negli anni 90, l'opera artistica di Biasi si evolve ulteriormente: si osserva, nei suoi quadri, un'armonia spaziale nuova dovuta all'inserimento di elementi geometrici e richiami figurali .
Negli "Assemblaggi", della quinta sezione, l'artista rielabora la tecnica della pittura acrilica innescando un'evoluzione creativa che dà vita a opere come: "Volo di ritorno" (2005), "Come un gambero" (2006) e "Baruffa" (2006) che rappresentano memorie figurali, accompagnate da titolazioni spiritose e sorprendenti. Opere che evidenziano, ancor piu' delle altre, l'anima "Dada" dell'autore.
Nella sesta sezione espositiva, in "Proiezione di luce e ombra"si puo' osservare una fusione perfetta tra l'ambiente e lo spettatore: questi viene coinvolto in un movimento evanescente di fasci luminosi puntiformi; mentre in "Light prism", la spazialità è creata dalla danza di fasci luminosi, programmata mediante motori elettrici, che permettono gioco percettivo a chiunque entri nell'ambiente.
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