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Quattrocento opere ad acquarello del pittore francese Fabrice Moireau,
in mostra a Palazzo Cipolla a Roma sino al 22 luglio.
Un' iniziativa promossa e realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte, in
collaborazione con la Fondazione Federico II che, "ritrae" luoghi
unici e significativi, anche da un punto di vista naturalistico, che
l'artista ha visitato in un suo lungo tour.
Un lavoro all'aperto per illustrare alla maniera romantica, edifici, chiese, strade, e
monumenti dalle diverse architetture: da quelle puniche a quelle
bizantine, alle normanne, barocche, romane e arabe. Nei suoi lavori le
diverse anime della Sicilia si fondono con paesaggi naturali e marini
dando origine a quadri di singolare meraviglia.
«La mostra "Sicilia, il Grand Tour" è per me un meraviglioso viaggio
nella memoria, un'immersione nei luoghi, negli scorci, nei paesaggi
più belli e suggestivi della mia terra natia, condotta sull'onda della
soave pennellata di Fabrice Moireau, indiscusso maestro di una
tecnica tanto pregevole quanto oggi scarsamente praticata qual è
l'acquerello. - afferma Emmanuele F. M. Emanuele, presidente onorario
della Fondazione Cultura e Arte - Un percorso espositivo che è una
vera poesia, un inno all'isola che indusse Federico II di Svevia ad
affermare che era al tal punto felice di vivere in Sicilia da non
invidiare a Dio il Paradiso. Ecco, gli acquerelli di Moireau, con
l'ideale contrappunto dei testi di Lorenzo Matassa, connotati da un
lirismo ispirato che fa apparire le opere ancora più belle,
restituiscono oggi intatto il senso della meraviglia dei viaggiatori
stranieri di fine Settecento ed inizio Ottocento, di cui Goethe narrò
in una delle sue famose lettere: "È in Sicilia che si trova la chiave
di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la
cedevole scambievolezza delle tinte, l'unità armonica del cielo col
mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li
possederà per tutta la vita".».
"Sicilia, il Grand Tour" è anche un libro di successo edito dalla
Fondazione Tommaso Dragotto, arricchito dal racconto del magistrato
scrittore Lorenzo Matassa. Già nel titolo c'è il richiamo alle
suggestioni di quel fenomeno che, tra il Settecento e la prima metà
dell'Ottocento, portò in Sicilia viaggiatori stranieri e uomini di
cultura accompagnati da artisti del paesaggio. Così accadde a Goethe
che visitò l'Isola nel 1787. Il suo diario, illustrato da Christoph
Heinrich Kniep, divenne leggenda.
Ufficio stampa
Fondazione Cultura e Arte
Raffaella Salato
Tel. 0697625591 E mail rsalato@fondazioneterzopilastrointernazionale.it
Civita
Barbara Izzo
Tel. 06 692050220 E mail b.izzo@operalaboratori.com
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