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Le opere dell'artista israeliano racchiudono il suo mondo affettivo, una storia familiare e persino un intreccio di vite
E' approdato a Roma, con una nuova mostra "Le mani e l'anima. Percorsi e ispirazioni", l'artista israeliano trapiantato a Los
Angeles, Shlomo Tuvia ,dopo i successi di Los Angeles, Aspen, Houston e i riconoscimenti ottenuti in Giappone.
L'esposizione romana, presentata da Natalie Blancardi e curata da Paola Valori e Isabella Montagnaro per le iniziative di Micro Arti Visive,
costruisce un percorso inedito di dieci opere a tiratura limitata, che racchiudono il suo mondo affettivo, una storia familiare e persino
un intreccio di vite. L'artista racconta sì l'amore per l'arte, ma soprattutto per i genitori e per la vita difficile condotta con loro: due sordomuti
sopravvissuti all'Olocausto. Shlomo fin da piccolissimo, romperà questo silenzio, comunicando con loro disegnando. È proprio nell'ambiente
domestico che svilupperà l'interesse per il disegno e la pittura, un esercizio che gli consentirà anche la ricostruzione di una mappa di sé,
attraverso l'acuta osservazione della fisicità umana. Le figure sono semplificate dalle campiture aggressive e libere, con torsioni acrobatiche di
gesti, tensioni delle dita. I suoi corpi sono spesso metafore esistenziali che acquistano una dimensione onirica.
"Di famiglia poverissima", scrive Paola Valori nel presentare l'artista, , "Shlomo si trasferisce negli Stati Uniti conservando nel suo immaginario una
storia personale molto difficile, in continua connessione tra la cultura di origine e quella americana. Un lavoro intenso e di grande impatto emotivo
che esprime un repertorio di immagini che comprendono tutto, dalla pittura da cavalletto che riutilizza ad hoc, alle scelte di gusto a volte
espressionista, altre volte di matrice pop-surrealista. Un percorso di tutto pregio che è riuscito a costruire a dispetto delle sue basi di partenza
durissime, e non solo perché ebreo, in anni in cui si era ancora vittime di pregiudizio, ma anche per le umili origini e le condizioni veramente
disagiate della sua famiglia".
La proiezione di una video-intervista di taglio documentaristico ha permesso di comprendere meglio la vita dell'artista, mentre durante il
vernissage Tuvia ha donato una delle opere in mostra al Centro Assistenza Bambini Sordi e Sordociechi Onlus presieduta da Roberto
Wirth, da anni attivo nell'ambito della cecità e della sordocecità, e fondatore dell'Associazione.
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