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Un viaggio in Messico: le mie riflessioni

25 maggio 2018

Il Messico, si e' presentato ai miei occhi, un territorio vasto, ricco di arte e cultura, intenso dal punto di vista naturalistico…, misterioso e coinvolgente nelle sue molteplici sfaccettature.

Il viaggio mi ha indotto a demolire alcuni miei preconcetti: non piu' un paese "sombrero", "ponchos", dalle romantiche serenate, spiagge caraibiche e… povertà dominata dai violenti "cartelli" della droga.

Citta' del Messico

Città del Messico è la seconda città al mondo dopo Londra per numero di musei inoltre la meraviglia di fronte alle gigantesche piramidi del Sole e della Luna lungo il Viale dei Morti a Teotihaucan, vicina alla capitale, è forse seconda solo ai resti archeologici imponenti di Palenque e Chichen Itzà, immerse nella giungla. Qui si ha la sensazione di essere un esploratore di fine '800 e di violare per primi le vestigia del passato, incontaminato e misterioso: così si presenta il sito tra cicale assordanti, i versi delle scimmie e di altri animali sconosciuti della giungla, compresa la pantera sacra ai Maya. Le iguane invece dominano la scena non solo qui, ma un po' dovunque in Messico circolano nelle campagne.

La natura messicana

La natura messicana è potente e varia: propone panorami selvaggi di foreste pari a quelle amazzoniche, bacini lacustri immensi e frastagliati da fiordi profondi e canyons navigabili dove l'acqua si insinua fra le gole per molti chilometri tra cascate e rocce alte anche mille metri. A proposito di questo, gli altopiani messicani si innalzano fino a più di tremila metri e camminare in alcune città come Puebla o la stessa Città del Messico può richiedere un certo allenamento proprio per l'altitudine a cui sono poste.

Il "cenota"

Un'emozione speciale è stato per me nuotare in un "cenote" (termine maya per indicare bacini sotterranei di acqua sorgiva limpidissima). La regione della Yucatan è particolarmente "trivellata" da questi specchi d'acqua dove flora e fauna autoctone vivono in grotte e tunnel comunicanti e in cui, un po' speleologi, un po' avventurieri si vive l'esperienza di un bagno, risvegliando sensazioni di rifugio nel ventre ancestrale di madre-terra.

La lingua

In Messico ci sono ancora circa due milioni di persone che parlano idiomi molto simili all'azteko o al maya (un po' come se in Italia qualcuno parlasse ancora il tardo latino). Queste due culture sono vive e prolifiche.

Il popolo

I nativi, sopravvissuti all'invasione spagnola hanno creato villaggi e cittadine autonome, nel senso che provvedono al proprio sostentamento senza interferenze del potere centrale. La loro economia è basata sul commercio del mais, dell'agave e di questi prodotti si conoscono molte varietà. Anche i fiori che adornano vivacemente i vestiti di uomini e donne sono una fonte importante di sostentamento.

IL sincretismo religioso e la ceiba

Queste popolazioni indigene rivelano altre sorprese. Hanno infatti diffuso i propri riti arcaici di guarigione e di purificazione attraverso celebrazioni sciamaniche all'interno delle chiese cattoliche. Si dichiarano cattolici, ma la loro è una forma originale di sincretismo religioso in cui i santi hanno rimpiazzato apparentemente le antiche divinità politeistiche e il fervore animista utilizza animali, piante e oggetti sacri per liberare dal male e dalle malattie, all'interno delle comuni celebrazioni cristiane.

La cultura messicana autoctona distribuita soprattutto al Sud (nelle regioni di Chiapas, di Campeche e Tabasco) conosce perfettamente i cicli e le energie della natura, protetta e assecondata con gratitudine. Questo è il profondo rispetto radicato in ogni messicano che cerca di vivere in reverente simbiosi con l'ambiente che lo circonda. Molti paesi hanno infatti al centro della piazza principale la propria ceiba (albero sacro) che regge l'universo e protegge il centro urbano.

Anche la vicinanza che i Messicani sentono con i loro cari defunti nasce dalle convinzioni radicate nella propria spiritualità; per questo i cimiteri sono costituiti da piccole case variopinte dove si festeggia l'incontro con i morti con canti, balli e ricchi pranzi sulle tombe così che anche il morto possa partecipare.

Il mamme e la cucina messicana

Chi di voi sa cosa è un mamey? Si tratta di un frutto tropicale del Centro America, ricco di nutrienti, che mi è capitato di comprare in un mercato di San Cristobal de Las Casas. Ha le sembianze di un mango e la polpa marrone chiaro, intorno a un grosso nocciolo, con un gradevole sapore dolce che assomiglia a quello del kaki o del dattero secco. La cucina messicana è stata dichiarata patrimonio immateriale dell'umanità dal 2010. Non è solo contrassegnata dal dominio del piccante, come spesso pensiamo. Ognuno dei 32 stati della federazione messicana possiede la sua cucina diversificata e che sfrutta i prodotti locali insieme a quelli importati dall'Europa e di altri provenienti dal commercio antichissimo con gli Orientali che attraversavano il Pacifico. Provare questi sapori diversi è un'altra festa degli occhi e del palato.

Il metodo maya per la matematica

Altra curiosità…: la matematica viene insegnata nelle scuole col metodo maya che si è rivelato più facile ed efficace di quello occidentale, al punto che questo approccio didattico è studiato anche da altri paesi del mondo. Infatti i moderni astronomi hanno constatato che gli astronomi maya avevano, già molti secoli fa, definito con discreta esattezza l'assetto dei cieli, con previsioni fino al 4020 circa d.c.

Vi sembra poco, per decidere di visitare questo straordinario paese?

di Rossella Seller

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