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Con "C'era una volta Cenerentola" di Fabrizio Monteverde, si inaugura il 10 ottobre, al Teatro Olimpico di Roma, la stagione della danza dell'Accademia Filarmonica.
Monteverde (che firma oltre la coreografia anche le scene) svuota l'antica favola da tutti gli elementi più noti, conosciuti attraverso i balletti di repertorio e la filmografia, e crea una danza sulla musica barocca di Georg Friedrich Händel, cui bastano pochi tratti di riferimento per proiettarsi in temi d'attualità, colti con umana sensibilità. I costumi sono di Santi Rinciari, light designer Emanuele De Maria.
Nel ruolo della protagonista la giovanissima Marisol Castellanos, classe 2006, cubana di origine ma italiana di Biella, volto noto della tv, finalista nell'ultima edizione di "Amici 2023", talent nel quale ha vinto il circuito "danza" e il Premio della Critica. Accanto a lei danzano nei ruoli principali Nicola Barbarossa (Principe), Paolo Barbonaglia (Matrigna), Roberta De Simone e Ainhoa Segrera García nel ruolo delle sorellastre.
Dopo il primo debutto al Festival di Civitanova Danza nel 2006 e l'ultima ripresa in scena al Teatro Massimo di Palermo nel 2016 con Anbeta Toromani e José Perez, il nuovo allestimento di "C'era una volta Cenerentola" non cambia l'atmosfera, il sapore, l'ambientazione e i valori di una preziosa coreografia che avvicina tutte le nuove generazioni al repertorio del Balletto di Roma. Secondo Monteverde quella di Cenerentola è una storia apparentemente semplice: rivalità tra sorelle, desideri inespressi che finalmente si realizzano, la virtù premiata anche se vestita di stracci, la punizione per i malvagi e gli sfruttatori. In realtà sotto questa superficie lineare e apparentemente trasparente si nascondono dei complessi sentimenti inconsci, che sono poi alla base del successo della storia di Cenerentola nel corso dei secoli, e che tracciano il percorso di crescita e di sviluppo della personalità, fino alla piena realizzazione del sé.
Quest'opera di Monteverde, come tutte le sue famose rivisitazioni di grandi classici, rovescia la tipica ambientazione fiabesca in un mondo crudo e opprimente, di cui sono sottolineati i contenuti soprattutto negativi, ma che alla fine sfociano in una profonda e innocente introspezione.
Nel linguaggio del coreografo c'è richiamo all'ingiustizia, voglia di emancipazione e insieme quell'umiltà destinata a durare per sempre: la convinzione che questi valori possano esplodere ed esprimersi in sentimenti puri e folli come l'amore e la felicità, trasuda in tutto lo spettacolo dalle luci ai costumi e al trucco, sino all'originale scenografia.
Nutrita la programmazione teatrale 2024-2025 nella Capitale, con un'offerta variegata che abbraccia tutti i generi e le forme artistiche. Dai classici intramontabili,ai musical travolgenti, dalle opere contemporanee, ai concerti straordinari. Roma ospita eventi che promettono di incantare e coinvolgere il pubblico.
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