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In mostra alle Scuderie del Quirinale una serie di opere di carattere mondiale che illustrano il percorso letterario e l'impegno politico dello scrittore, nel centenario della sua nascita
Con oltre 400 opere, da Carpaccio a de Chirico, a Gnoli e Melotti, l'esposizione artistica che si è aperta alle Scuderie del Quirinale e si protrarrà sino al 4 febbraio del prossimo anno, propone un percorso lineare, ripartito in piu' sezioni, con l'obiettivo di illustrare l'evoluzione delle opere calviniane, dagli anni di formazione agli anni della maturità artistica. Due gli approfondimenti nella prima sezione espositiva: il riferimento al testo del 1971 "Dall'opaco", che evidenzia un' elegante stilizzazione del paesaggio originario di Calvino e l'immagine della foresta, emblema dell'intera opera del grande autore. Mentre nella seconda sezione si fronteggiano, da un lato, testi e materiali che documentano l'attività dei genitori di Calvino nei campi della botanica, della floricoltura e dell'agronomia, dall'altra riferimenti al cinema degli anni Trenta.
La sezione terza mette a fuoco la svolta decisiva nella formazione di Calvino: la partecipazione alla Resistenza e la scelta della militanza politica. La durezza e l'intensità dell'esperienza trovano nell'opera di Giuseppe Penone piena espressione.
Nella seconda metà degli anni Quaranta, Calvino decide di dedicarsi alla letteratura, comincia a pubblicare racconti e articoli, ed entra in contatto con la casa editrice Einaudi.
Proprio ai ritratti dello scrittore ligure e all'ambiente einaudiano è dedicata la sezione quarta, mentre nella sessione succesiva e' evidenziata una sorta di commistione fra l'istanza realistica e quella fantastica, tipica in Calvino.
L'arazzo millefiori di Pistoia
L'arazzo millefiori di Pistoia, della sesta sezione, capolavoro dell'arte rinascimentale, in cui lo sguardo si immerge e si smarrisce, come i personaggi dei romanzi cavallereschi in cerca di avventure, e' l'opera di maggiori dimensioni dell'intera mostra.
Le immagini della Torino industriale esposte sull'altro lato della sala rappresentano sia i ripetuti e vani tentativi di Calvino di scrivere un grande romanzo sull'Italia degli anni Cinquanta, sia i riferimenti alla contemporaneità che si leggono comunque anche nelle opere dove l'immaginazione sembra più sbrigliata.
La settima sezione è dedicata all'esperienza dei racconti cosmicomici e all'interesse di Calvino per l'astronomia, la geografia, la cartografia. Fra i pezzi esposti spiccano la mappa lunare di Gian Domenico Cassini e la rappresentazione del Mediterraneo del trecentista Opicino de Canistris, di cui si parla in "Collezione di sabbia". Proprio dell'immaginazione cosmicomica sono l'antica attrazione per la forma del fumetto e la grande libertà di inventiva, che evidenziano la commistione fra i diversi piani del reale, ben presente anche nell'installazione di Mark Dion.
Figure sacre, sentimenti e progetti non realizzati
Al centro della sezione ottava è "Il castello dei destini incrociati" ed il "San Giorgio" dalla grande tela del Carpaccio, figura che Calvino accosta a quella di "San Girolamo" in un rapporto fatto, insieme, di opposizione e reversibilità.
"Le città invisibili" sono il cuore della sezione nona in cui campeggia un'opera di Fausto Melotti, artista al quale Calvino dichiara esplicitamente di essersi ispirato per la serie della "città sottili". Ma qui trovano anche spazio le città di De Chirico e di Borbottoni, le pietre di Magnelli, la grande scacchiera di Enrico Baj.
Particolare rilievo hanno, nella decima sezione, le opere di Domenico Gnoli e le immagini del Messico, del Giappone, di New York.
Il tema dell'ultima sala ,"Cominciare e ricominciare", ricorda soprattutto "Se una notte d'inverno un viaggiatore", ma l'intento è quello di ricordare la quantità di progetti che Calvino aveva in cantiere al momento della sua scomparsa.
Una nuova opera di Giulio Paolini, esposta nella stessa sezione, si incentra sullo sguardo di Calvino e rappresenta il filo conduttore della mostra: -Imparare a guardare con occhi diversi è il presupposto per cambiare il mondo - o quanto meno, per salvaguardare la capacità di farlo.
A completare lo scenario dell'evento , nelle ore serali, sarà accesa "Palomar", la fantastica opera di luce che Giulio Paolini ha dedicato nel 1998 a Italo Calvino, prestito della Fondazione Torino Musei e del Comune di Torino, con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura di Roma Capitale con il supporto tecnico di Areti, società del Gruppo ACEA.
La mostra, organizzata dalla casa editrice Electa, curata dal prof. Mario Berenghi, è realizzata in collaborazione con Regione Liguria e Comune di Genova con Fondazione Palazzo Ducale. Main sponsor American Express, con il supporto di Fondazione Passadore 1888, sponsor Banca Passadore. Media partner: Rai Cultura e Rai Radio 3.
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