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Raffaello "romano", responsabile della Fabbrica di San Pietro

03 marzo 2020

Circa 200 opere, esposte alle Scuderie del Quirinale, dal 5 marzo al 2 giugno 2020, per ricordare i 500 anni della sua morte

La scelta di Roma come luogo espositivo e' dovuta al grande significato che la "Citta' eterna" ha avuto per Raffaello: non solo il luogo dove' egli mori', ma dove trascorse gli anni piu' significativi della sua formazione e della sua attivita' artistica.

A Roma espresse il suo talento in nuove forme sperimentali e la sua opera raggiunse il massimo livello di perfezione e di bellezza.

Si potranno ammirare circa 120 opere autografe di Raffaello tra dipinti, cartoni, disegni, arazzi, progetti architettonici e a queste saranno affiancate: sculture, manufatti antichi e codici di altri autori per un numero complessivo di 204 opere. In particolare, la mostra, pone l'accento sul periodo romano di Raffaello : dalle arti plastiche a quelle decorative, dall'antiquaria, all'architettura fino all'urbanistica. Senza dimenticare che Raffaello divenne responsabile della Fabbrica di San Pietro del 1514.

Infatti, fu Raffaello a condurre: i lavori e gli scavi per riportare alla luce le antiche vestigia; studiare e conservare le vestigia urbane di Roma antica; sovrintendere il cantiere della Basilica di San Pietro; perfezionare lo studio del metodo della pittura.

Ed e' per porre l'accento sul periodo romano di Raffaello che l'esposizione prende le mosse dal 1520, data della sua morte, e percorre a ritroso ,il suo iter creativo: da Roma a Firenze; da Firenze all'Umbria, fino ad Urbino.

Parte infatti dalla tomba di Raffaello al Pantheon, riprodotta a grandezza naturale e ci accompagna in un percorso a ritroso verso la "grazia" la "leggiadria" di un artista unico.

La mostra, nata da un progetto del Comitato Nazionale fondato dal ministro Dario Franceschini e presieduto da Antonio Paolucci , e' stata organizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alla Galleria degli Uffizi e curata da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro.

L'esposizione si avvale, inoltre, della collaborazione della Galleria Borghese, del Parco Archeologico del Colosseo e dei Musei Vaticani.

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