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Secondo un'indagine di Altroconsumo solo il 26% dei Consumatori italiani ritiene che ci siano informazioni sufficienti sui media riguardo l'Unione. Il 47% valuta negativamente l'impatto delle politiche europee mentre il 32% esprime un giudizio positivo.Il 39% ritiene che il livello di protezione fornito dalla UE ai consumatori sia ancora basso. Il 52% ritiene che ci dovrebbe essere "più Europa" e il 45% che l'Unione europea sia un attore economico e politico forte a livello internazionale. Salute, alimentazione, rispetto dei diritti dei consumatori, contrasto alle truffe finanziarie, intelligenza artificiale e sostenibilità: le priorità per la prossima legislatura.
In questa fase delicatissima per la vita dell'Unione, che si appresta a rinnovare il Parlamento e la Commissione, il primo dato che emerge dall'indagine di Altroconsumo svolta in collaborazione con Euroconsumers, sigla che riunisce le organizzazioni dei consumatori di Spagna, Portogallo e Belgio oltre all'Italia, è la scarsa conoscenza delle istituzioni europee e del loro funzionamento tra gli italiani: solo 1 su 4 tra gli intervistati è ben informato, una percentuale che scende ancora di più fra i giovani sotto i 35 anni. Su queste basi, gran parte degli italiani esprime un giudizio non positivo riguardo l'attività dell'Unione europea, l'impatto delle sue politiche sulla propria vita quotidiana, e ritiene scarsamente tutelati i propri diritti, confondendo spesso il ruolo europeo con quello nazionale. Una visione, tuttavia, che cambia quando si parla di iniziative specifiche prese dall'Unione negli ultimi cinque anni su temi di interesse per i consumatori. D'altra parte, solo un italiano su quattro (26%) ritiene che i media diano informazioni sufficienti riguardo la UE.
La poca conoscenza delle competenze, degli strumenti e delle politiche comunitarie si riflette nella scarsa fiducia degli italiani rispetto alle capacità di intervento dell'Unione europea negli ambiti che preoccupano maggiormente, ovvero l'inflazione e l'aumento del costo della vita (56%), la guerra tra Russia e Ucraina (44%), il cambiamento climatico (44%), una possibile nuova guerra mondiale (43%) e l'approvvigionamento e i prezzi dell'energia (40%).
Alla domanda su quale impatto hanno le politiche dell'Unione europea sulla vita quotidiana dei cittadini, il 47% dei rispondenti ritiene che abbiano un impatto negativo, contro un 32% che ritiene invece l'impatto positivo, mentre il 14% pensa che siano ininfluenti. Un dato di pessimismo ben più marcato di quello registrato nell'insieme dei paesi Euroconsumers (Italia, Belgio, Portogallo e Spagna), che vede il 43% degli intervistati dare un giudizio positivo, il 34% negativo e il 14% neutro (nessun impatto) e decisamente agli antipodi rispetto ai cugini del Portogallo, dove il 65% considera positivamente l'impatto della UE.
Sull'operato dell'Unione europea negli ultimi 5 anni: il 44% si esprime negativamente, il 34% in modo neutro, e solo il 17% ha un'opinione positiva. Sebbene la gestione della pandemia Covid sia valutata positivamente dal 44% dei rispondenti e il 33% gradisce le politiche UE di sicurezza e protezione in ambito digitale, solo il 5% ha valutato positivamente le politiche sull'immigrazione e il 10% quelle sull'inflazione e il costo della vita.
La situazione economica personale è l'aspetto che influisce maggiormente sulla valutazione dell'attività della UE: le persone in difficoltà economica sono quelle che ne danno un giudizio peggiore (negativo nel 57% dei casi).
nche i risultati sulle iniziative per la tutela dei cittadini, riservano delle sorprese spiegabili solo con la scarsa consapevolezza del ruolo determinante dell'Unione europea nel fornire tutela ai consumatori, stabilendo il quadro normativo che poi spetta agli stati nazionali mettere in pratica. Se da un lato, infatti, il livello di protezione percepito è ritenuto basso dal 39% degli intervistati, medio dal 46% e alto solo dal 12%, ben il 76% ritiene molto importante la protezione dei minori sui social media, ma solo il 54% ricorda che bisogna ringraziare la UE.
Stessa cosa vale per le tutele nei confronti dei fornitori di energia: il 74% le ritiene misure fondamentali, ma solo il 39% sa che sono state prese a livello europeo.Ancora una volta sono soprattutto le persone in difficoltà economica a ritenere basso il livello di protezione (51%). A fronte di questi chiaroscuri, quali sono i temi che gli italiani vorrebbero vedere inseriti come prioritari nell'agenda UE dei prossimi 5 anni? In primo piano c'è la salute, ma non solo: "alta priorità" è data anche al cibo, al rispetto dei diritti dei consumatori, al contrasto alle truffe finanziarie e temi che riguardano l'intelligenza artificiale e la sostenibilità.
Alla vigilia di elezioni, in base a cosa voteranno gli italiani? Al momento dell'indagine (18-21 marzo), la campagna elettorale era agli inizi e la metà degli intervistati (49%) ha detto di essere poco informata sui programmi dei diversi gruppi politici, un dato in linea con quello complessivo a livello Euroconsumers (48%). Il 43% ha affermato che comunque voterà seguendo il partito sostenuto a livello nazionale, un dato superiore rispetto a quello generale dei paesi Euroconsumers (33%). Tra coloro che hanno detto di non avere intenzione di votare, la motivazione principale è la scarsa fiducia nelle istituzioni europee (38% contro il 23% del dato generale a livello europeo).
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