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Dalla Torre Velasca alla Velarca: due capolavori dello studio milanese BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers) tornano a vivere con la mostra al MAXXI di Roma e la riapertura al pubblico della casa-barca sul Lago di Como, per iniziativa del FAI.
Entrambe le opere testimoniano un approccio unico all'architettura, capace di combinare innovazione e tradizione. Mentre la Torre Velasca domina lo skyline milanese con il suo linguaggio verticale e iconico, la Velarca, restaurata e ormeggiata nelle acque tranquille del Lago di Como, incarna il rispetto per il paesaggio e l'attenzione ai dettagli tipici dello studio BBPR, creando un ponte tra passato e presente senza soluzione di continuità. L'impegno del FAI nel recupero di questi beni arricchisce ulteriormente il patrimonio culturale italiano, rendendo accessibili al pubblico due opere di straordinaria importanza storica e architettonica.
La Torre Velasca un'icona della modernità milanese
Realizzata tra il 1955 e il 1957, la Torre Velasca si erge a simbolo della rinascita postbellica di Milano. Con i suoi 106 metri di altezza, fu tra i primi grattacieli italiani a confrontarsi con l'idea di verticalità, integrando al tempo stesso richiami al passato. L'edificio, progettato dallo studio BBPR, si distingue per la sua forma massiccia e svasata verso l'alto, una struttura che evoca, in chiave moderna, le torri medievali. Questo equilibrio tra innovazione e tradizione è ciò che rende la Torre Velasca non solo un'opera architettonica, ma un'icona culturale e simbolica del panorama milanese.
La sua importanza è tale che dal 25 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025, il MAXXI di Roma dedicherà una grande mostra per celebrare l'acquisizione dell'archivio dello studio BBPR. Sarà l'occasione per immergersi nei progetti visionari di uno degli studi più influenti del Novecento, che con la Torre Velasca ha rappresentato un punto di svolta per l'architettura italiana.
La Velarca architettura fluttuante sul Lago di Como
Parallelamente alla celebrazione della Torre Velasca, un'altra opera straordinaria dello studio BBPR si appresta a vivere una nuova fase della sua esistenza: la Velarca, una casa-barca ormeggiata nella suggestiva cornice della Zoca de l'Oli sul Lago di Como, di fronte all'Isola Comacina. la Velarca, recentemente restaurata e donata al Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) nel 2011,e' stata aperta ufficialmente al pubblico dal 14 settembre scorso.
Progettata tra il 1959 e il 1961 su commissione dei coniugi Emilio e Fiammetta Norsa, la Velarca non è una semplice house-boat. È un'opera d'arte galleggiante, concepita come una casa vacanza sospesa sull'acqua, che dialoga in modo diretto con l'ambiente circostante, mantenendo l'estetica caratteristica dei BBPR: attenzione al contesto, design raffinato e una forte componente di innovazione. A partire dal nome, che richiama la celebre Torre Velasca, la Velarca rappresenta una continuità concettuale con il capolavoro milanese.
La rinascita della Velarca: tra passato e futuro
Il restauro della Velarca è stato un lavoro complesso, che ha richiesto un'attenzione particolare ai materiali originali e alle tecniche costruttive. Lo scafo dell'antica gondola lariana su cui la casa-barca era stata costruita sembrava irrecuperabile a un primo esame. Di conseguenza, la barca è stata trainata da Ossuccio a Maslianico presso il Cantiere Ernesto Riva, specializzato nella costruzione e nel restauro di imbarcazioni tradizionali. Qui, lo scafo è stato ricostruito, insieme alla coperta di prua e poppa, mentre la parte abitativa soprastante è stata restaurata rispettando il design originale degli interni, progettato dal BBPR.
Questo restauro non solo ha ridato vita alla Velarca, ma ha rinnovato il suo status di capolavoro architettonico. Come sottolineato dal direttore del FAI, Marco Magnifico, «La Velarca è uno di quei dettagli che rendono impagabile il patrimonio culturale italiano». La sua apertura al pubblico offre l'opportunità di vivere un'esperienza unica, permettendo ai visitatori di immergersi in uno spazio che ha ospitato personalità di rilievo come Riccardo Sambonet, Gio Ponti, Gillo Dorfles, Eugenio Montale, Lucio Fontana, Umberto Eco e Cesare Musatti.
Un'eredità viva: il legame tra architettura e ambiente
L'architettura del BBPR si caratterizza per una visione che integra innovazione e tradizione, dove il contesto ambientale gioca un ruolo fondamentale. La Velarca è un esempio perfetto di come l'architettura possa fondersi con il paesaggio, senza però perderne la propria identità. La scelta di inserire un volume abitativo su uno scafo storico non solo celebra la tradizione nautica del Lago di Como, ma dimostra come il design moderno possa rispettare e valorizzare il passato.
Allo stesso tempo, il restauro della Velarca è un omaggio all'arte del recupero e della conservazione. Il FAI, con il suo impegno, non solo preserva un pezzo di storia architettonica, ma rende fruibile un luogo unico nel suo genere. Il piccolo giardino a cui è ormeggiata la casa-barca, attualmente in fase di recupero, sarà oggetto di un progetto di riqualificazione più ampio entro la primavera del prossimo anno, ispirato al disegno originale del BBPR.
La mostra al MAXXI di Roma e l'apertura della Velarca segnano due momenti chiave nel percorso di valorizzazione dell'eredità del BBPR. Da una parte, la Torre Velasca, simbolo di una Milano in espansione e di un'Italia che guardava al futuro con audacia. Dall'altra, la Velarca, un gioiello nascosto sul Lago di Como, che con la sua estetica delicata e innovativa, continua a sorprendere e affascinare.
Queste due opere, sebbene diverse nelle loro forme, raccontano una storia comune: quella di un'architettura che ha saputo interpretare i bisogni del suo tempo, mantenendo un legame profondo con il passato e guardando sempre avanti. Grazie al FAI, questa storia continua a essere raccontata, rinnovando il dialogo tra passato, presente e futuro in un modo che solo l'architettura sa fare.
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