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Innovazione made in Italy. Riaprono le miniere per non dipendere dalla Cina. Piano per l’economia dello Spazio. Fondo per tecnologie spaziali

22 giugno 2024

La riapertura delle miniere per dare il via alle attività estrattive di materie prime critiche e cercare di non dipendere dalla Cina per l'approvvigionamento e il varo della  prima legge quadro italiana sullo Spazio e sulla Space Economy  che pone  l'Italia all'avanguardia tra i grandi player globali.

Due provvedimenti che qualificano gli obiettivi altamente innovativi del governo a guida Giorgia Meloni e che garantiscono nuovo impulso alla crescita  e all'indipendenza economica della Nazione.

La riapertura delle miniere, avvenuta per decreto,con un finanziamento di 1 miliardo di euro, ha l'obiettivo di  ricostruire un settore che progressivamente, nel corso del Novecento, è stato dismesso per importare minerali da altre parti del mondo, dalla Cina all'Africa, passando per l'India e il Sud America. Sono previste royalty per Stato e Regioni, sul modello del petrolio in Basilicata che prevede dal 5% al 7% ripartito tra Stato e Regioni. Il testo approvato dal Consiglio dei ministri prevede che le procedure per riaprire le miniere non possano superare rispettivamente i 18 e 10 mesi.

La corsa all'approvvigionamento delle materie critiche, necessarie per rispondere alla domanda crescente di batterie, per le auto e per la transizione energetica in generale, ha portato l'Europa a dotarsi di una nuova politica. Bruxelles ha individuato 34 elementi, di cui 17 considerati strategici, come il litio, il cobalto, il titanio, il nichel, il rame e il silicio.

 Secondo un elenco parziale ci sarebbe cobalto in Piemonte e Lazio; rame in Liguria, Toscana e nella fascia alpina; litio nell'alto Lazio; magnesio in Toscana; grafite in Piemonte e Calabria; nichel in Sardegna e nelle Alpi; tungsteno in Sardegna e nell'arco alpino; titanio metallico in Liguria.

Frutto di mesi di concertazione con i principali attori pubblici e privati del settore, il ddl  sullo Spazio e Space economy che regolamenta l'accesso allo spazio da parte dei privati, offre grandi opportunità in un comparto che rappresenta il futuro dell'industria e una delle principali traiettorie di sviluppo dell'economia mondiale. In tale contesto, viene prevista la necessità di un'autorizzazione sia per gli operatori stranieri che intendono condurre attività spaziali dal territorio italiano, sia per quelli nazionali che operano da un territorio estero. Sono esenti dall'obbligo le attività spaziali già autorizzate da un altro Stato, se riconosciute in Italia in base a trattati internazionali.

Il ddl prevede inoltre l'elaborazione di un Piano Nazionale per l'economia dello spazio, con un orizzonte di almeno cinque anni, che includa l'analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati.

A supporto del settore, viene istituito un Fondo per la Space Economy con carattere pluriennale, che mira a promuoverne le attività, favorendo la crescita del mercato di prodotti e servizi innovativi basati sull'uso di tecnologie spaziali e sull'utilizzo commerciale delle infrastrutture, comprese quelle realizzate nell'ambito del Pnrr e quelle a cui l'Italia partecipa in ambito di collaborazioni internazionali. Per agevolare l'accesso delle PMI e delle start-up ai contratti pubblici, sono previste norme speciali in materia di appalti e per promuovere le attività e tecnologie aerospaziali. Il provvedimento disciplina le eventualità degli incidenti nello spazio.

L'Italia conferma così il proprio ruolo di primo piano nel comparto: nel dicembre 2022 il nostro Paese ha allocato 3,1 miliardi di euro alla riunione del Consiglio dell'Agenzia Spaziale Europea a livello ministeriale, ponendosi al secondo posto insieme alla Francia e solo dopo la Germania per quanto concerne i programmi obbligatori, e al primo posto per i programmi opzionali. In aggiunta, a livello nazionale, l'Italia ha stanziato 2,3 miliardi nel budget dell'ASI e avviato un processo di investimento per attuare i programmi spaziali previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In totale, grazie agli investimenti pari a circa 7,3 miliardi di euro previsti dall'Italia per i programmi spaziali fino al 2026, l'intera industria spaziale italiana è destinata a registrare una crescita significativa

 

 

 

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