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La nuova produzione del Mefistofele di Arrigo Boito inaugurerà il 27 novembre l'apertura della stagione di musica lirica.
Il Teatro dell'Opera di Roma aprirà la stagione con la nuova produzione del Mefistofele di Arrigo Boito, innovativa e con una "lettura" del mondo d'oggi sapientemente condotta dal regista Simon Stone per la prima volta impegnato in Italia. Sul podio ci sara' Michele Mariotti, direttore musicale della Fondazione Capitolina con l'Orchestra ed il Coro del Teatro dell'Opera di Roma. Quest'ultimo diretto da Ciro Visco al quale si affianca il Coro di voci bianche dello stesso Teatro.
Il Mefistofele è una storia, antica che nella versione attuale scruta il presente. Da una parte l'uomo che tende alla perfezione senza mai raggiungerla; dall'altra l'uomo cinico, imperfetto, depravato . Solo dopo aver vissuto le due fasi, gli umani riescono a raggiungere un certo equilibrio tra ciò che è buono e ciò che è male.
La rappresentazione del "nuovo" Mefistofele viene resa possibile dalla grande abilità del regista australiano, Simon Stone, che con il suo stile iperrealista e tagliente, individua, coordina e da' l'imput necessario in modo tale che il gruppo dei musicisti, attraverso le note musicali e soprattutto l'uso degli strumenti: con alti e bassi, melodie celestiali e note infernali, trasmetta gli stati d'animo dei personaggi psicologicamente in contrasto.
Mefistofele è il demonio e l'artista che lo rappresenta, deve tener conto delle sue condizioni psicologiche per poterlo interpretare nel giusto senso. Si tratta infatti di un'opera molto impegnativa nella quale i musicisti non devono solo trasmettere la musica sulla base degli spartiti, ma devono aver studiato il personaggio da interpretare musicalmente, devono cioè calarsi in lui per capirlo fino in fondo e poi produrlo attraverso la musica.
L'idea conduttrice che attraversa l'opera è il giusto mezzo aristotelico. L'uomo può raggiungere un suo equilibrio solo dopo aver vissuto le due fasi: la tendenza verso la perfezione e la vita di corruzione. Solo allora potrà percepire "la via di mezzo".
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«Un uomo perseguitato dall'orrore di un terribile incidente, spaventato dai pettegolezzi ". Così la registra britannica, Deborah Warner descrive Peter Grimes, l'emarginato protagonista dell'omonima opera di Britten,in scena al Teatro dell'Opera dall'11 al 19 ottobre 2024.
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