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È pienamente legittimo ed opportuno il tentativo della premier Giorgia Meloni e della sua maggioranza di cambiare la seconda parte della Costituzione, alla stregua di quanto già avvenuto in passato: ultimo, in ordine di tempo, il premier Renzi. È anche oggettivamente credibile lo scopo che viene associato alla proposta di riforma costituzionale, ovvero la necessità di un concreto ammodernamento del sistema e di stabilità/rafforzamento dell'esecutivo.
Anche se l'obiezione, in particolare dell'opposizione, è che un premier forte c'è già, senza cambiare la costituzione: prova ne è l'attuale premier che gode di una larga maggioranza in parlamento per un governo di stabilità. Ma nessuna "regola", per ora, stabilisce che la stabilità duri sino alla fine della legislatura, perché quell'assetto è legato ad un equilibrio instabile delle forze politiche che fanno parte della maggioranza di governo.
Di qui la necessità che si scrivano, nero su bianco, ossia si modifichi la costituzione, le regole che garantiscano quella stabilità di governo, la cui necessità è da tutti riconosciuta.
Quanto alla legge elettorale che dovrebbe accompagnare la riforma, la premier è pronta anche a sostenere una legge elettorale con "la reintroduzione delle preferenze". E spiega che non si toccano i poteri del Capo dello Stato: "non dovrà più fare il supplente di una cattiva politica, magari attraverso governi tecnici, ma essere potere di controllo e garanzia, anche sull'operato di un premier che non avrà "un potere assoluto"".
La speranza è che la riforma, approdata in prima lettura al Senato, venga votata «dai due terzi del Parlamento». Ma Giorgia Meloni, intervenuta al convegno alla Camera «La Costituzione di tutti», sa bene che è molto più probabile che il testo presentato dalla ministra Elisabetta Casellati finisca per essere giudicato dagli italiani in un referendum confermativo: «Se non ci sarà la maggioranza qualificata, saranno loro a dirci se il sistema che abbiamo provato a disegnare sia migliore di quello attuale o no. Io non indietreggio».
Ora, se è chiaro che si vuole un premier eletto, non è chiaro come si intende eleggerlo e neanche come eleggere i parlamentari. E ciò non è di secondaria importanza al fine di una riforma costituzionale che realizzi una forma di Premierato che vuole essere anche Made in Italy.
C'è una strategia italiana per garantire una governance responsabile ed inclusiva dell'Intelligenza Artificiale: e' contenuta nel documento curato da un Comitato di esperti con il supporto dell'Agenzia per l'Italia Digitale e del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e reso pubblico a poche settimane dall'inizio delle audizioni in Commissione, al Senato, del disegno di legge sull'Intelligenza Artificiale.
Sono trascorsi appena quattro giorni da quando a Pechino la premier Giorgia Meloni ed il presidente cinese Xi Jinping hanno firmato un piano triennale di azione 2024-2027, un accordo volto a rafforzare la cooperazione in vari settori chiave dell'economia dei due Paesi, che arriva l'annuncio in Italia, da parte del ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso( anche lui in missione in Cina prima del premier) di due importanti "memorandum d'intesa" con Pechino che rientrano in quel Piano d'azione e che riguardano rispettivamente la cooperazione strategica
"Prendersi cura della base significa curare il territorio" con tale affermazione, Diego Nepi Molineris, direttore generale di Sport e Salute, ha aperto la conferenza stampa a Roma per la presentazione del nuovo programma Rai "Linea Verde illumina", che unisce "Linea Verde", consolidata trasmissione televisiva al progetto "Sport e Salute". "È un programma per rinascere - spiega Nepi -e per rinascere occorre partire dalla base quindi dal territorio" nel quale si nasce e si cresce. Cosi Sport e Salute si arricchisce di un nuovo elemento, il territorio, assumendo ulteriore pregnanza ed incisività nella formazione dei ragazzi.
Giuseppe Mazzini, il Padre della Patria, immortalato nella tela nei suoi ultimi istanti di vitalità, al centro di una Mostra al Vittoriano, in corso sino all'8 settembre e di cui ne illustriamo i vari aspetti qui accanto, rivive con le sue idee fondative della Nazione italiana e dello Stato unitario. Gentile fa risalire a Mazzini l'idea di nazione come "coscienza, bisogno interiore, un processo morale, un atto insomma di vita". Il binomio "Pensiero ed Azione", formula che riassume il suo pensiero politico, costituisce l'elemento che identifica la nostra identità nazionale.
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